Citato già in documenti risa
lenti alla seconda metà del
XVI secolo, il Lardo d’Arnad si ricava dallo strato lipidico sottocutaneo
del dorso e delle spalle dei suini.
Viene prodotto con animali provenienti
da Valle d’Aosta, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte
del peso di almeno 160 chilogrammi.
Separato dalla carne entro due giorni
dalla macellazione, il lardo viene disposto in recipienti di legno di
castagno, rovere o larice (chiamati doil), alternandolo a strati di
sale e aromi: aglio, rosmarino, alloro, cannella, ginepro, noce moscata,
salvia, chiodi di garofano e achillea millefoglie.
Il tutto viene poi
ricoperto con acqua salata, bollita e poi raffreddata.
Il Lardo d’Arnad
stagiona per almeno tre mesi e alla commercializzazione deve necessariamente
presentare uno spessore superiore ai 3 centimetri e cotenna almeno su
un lato.
Al consumo si presenta di colore bianco all’esterno e
rosato tenue all’interno; ha consistenza compatta; il suo profumo
è delicato, aromatico e speziato; il sapore, moderatamente sapido
e tendente al dolce, ricorda le erbe impiegate nella lavorazione ed
è caratterizzato da una sensazione di grassezza ben percettibile
sul palato.
Se riposto in vasi chiusi ermeticamente e coperto da vino
bianco, si presta a una lunga conservazione.
Potete provare ad utilizzarlo in questa preparazione Vellutata di zucca e patate con lardo d'Arnad e pancetta croccante
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